TITOLO: Vuoto fino all'orlo
AUTORE: Samuela Pierucci
CASA EDITRICE: INTRECCI EDIZIONI
PAGINE: 199
PREZZO DI COPERTINA: 10€
SINOSSI:
A Mandalchiria la vita scorre senza imprevisti, appagando la rassicurante routine degli abitanti. Nel giorno di riposo accade, però, qualcosa di insolito: lo spauracchio Torcimente irrompe durante la funzione religiosa. Polveri, colori, allucinazioni e una filastrocca immobilizzano i presenti e il villaggio cade in un momentaneo stato di torpore. Riprese le inossidabili abitudini, l’accaduto diventa tabù per tutti; ma non per lo spazzino Almalinda e i suoi amici. Guidato da Almalinda, l’assortito gruppo – esseri umani, lucertole e gatti, tutti parlanti – inizia un’indagine sull’episodio. Leggende del passato si proiettano sul presente e, soprattutto, sul futuro, rivelandolo incerto e funesto. La ricerca si dimostra essere, via via, una mera sbirciatina nelle altrui vite, portando a galla mediocrità e banalità di esistenze basate su ruoli da rispettare e faccende da sbrigare. «Le unghie servono per lacerare le costrizioni che imprigionano, ma anche per restare aggrappati a qualcosa, se si scivola»: è questo il risultato dell’indagine dello spazzino e dei suoi compagni. Andranno oltre il “confine” o rimarranno nel confortante recinto?
SAMUELA PIERUCCI è cresciuta in un piccolo paese toscano prima di trasferirsi a Firenze, dove oggi è anestesista all’ospedale Careggi. Vuoto fino all’orlo, scritto durante l’adolescenza e rivisto poi con il filtro dell’età adulta, è una stigmatizzazione delle regole deviate della società, incarnate in personaggi e situazioni ai limiti di un reale deforme.
RECENSIONE:
Definire questo romanzo semplicemente "fiaba" è oltremodo riduttivo.
La Pierucci nel corso della narrazione, mette a nudo molte delle debolezze dell'animo umano.
Oltre a ciò, vengono evidenziate, con semplicità disarmante, negligenze e bassezze della società in cui viviamo.
Nostro malgrado?
In realtà la scrittrice sembra attribuire gran parte della colpa della nostra infelicità proprio a noi stessi.
La verità è che ci crogioliamo nella routine, ripetendo meccanicamente gesti che finiscono per diventare parte di noi, senza che ce ne rendessimo conto...senza volerlo.
E' scopo primario del romanzo, infatti, esortarci a riscuoterci da questo torpore così deleterio che è rappresentato da "quella piattezza rassicurante che definiamo normalità".
Questa la chiave che ci consentirà di riappropriarci della libertà perduta; per slegarci dal giogo che ci vede costretti ad indossare maschere che, in realtà, non ci appartengono affatto
" Avrebbe voluto urlare, danzare, fare l'idiota. Ma gli era proibito perchè non era il pazzo del villaggio, e comunque anche i pazzi quel giorno erano di festa e non potevano fare follie".
I nostri piccoli eroi, rincorrendo disperatamente la verità, capiranno quanto "la gabbia" da scardinare vada ricercata in loro e non all'esterno.
Che fare una volta compreso l'arcano?
Semplice!
Basta liberarsi di ogni paura.
Paura di sbagliare, di essere inadeguati, di non essere accettati.
Paura dell'altrui giudizio.
Paura di non piacere.
Solo in questo modo l' uomo sarà pronto
"ad allargare le braccia, a sentirti leggero e padrone. Magari, per staccarti da terra."
CONCLUSIONI:
Vuoto fino all'orlo è un romanzo che ho apprezzato molto e di cui consiglio vivamente la lettura.
Samuela Pierucci ha affrontato temi impegnativi che possono rischiare di annoiare il lettore, con uno stile tanto originale ed innovativo da scongiurare questo pericolo.
L' atmosfera onirica e a tratti surrealista che permea l'intera narrazione rievoca prepotentemente lo stile cinematografico di David Lynch (regista da me molto amato) rendendo la lettura suggestiva e mai banale.
Un' opera riuscitissima!
VOTO: 9
Ciao Ambra! Complimenti per la bella recensione, mi hai davvero convinto a dare un'opportunità a questo romanzo! ❤
RispondiEliminaTi ringrazio cara...gentilissima come sempre! <3
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